News 05 Aprile 2016
“Panama Papers”, scoppia lo scandalo sulla rete dei paradisi fiscali
Milioni di documenti trapelati, ci sarebbero persone vicine a Putin, Xi e Poroshenko
Una gigantesca massa di denaro dirottata da studi legali internazionali e banche verso paradisi fiscali per conto di leader politici, criminali, funzionari d’intelligence e vip dello sport e dello spettacolo. La denuncia arriva da milioni di documenti fatti trapelare sui media internazionali, già battezzati "Panama Papers".
I Panama Papers sono – riporta Ansa - milioni di documenti che hanno origine in uno studio legale internazionale specializzato in paradisi fiscali, gettano l’ombra del sospetto su fortune riconducibili - pare - all’entourage di Vladimir Putin e del suo arcinemico ucraino Petro Poroshhenko; a familiari del leader cinese Xi Jinping e al re saudita, al defunto padre di David Cameron, ma anche a Luca Cordero di Montezemolo, a banche italiane, a primi ministri e loro parenti, a criminali, personaggi dello spettacolo e dello sport come Leo Messi, a funzionari d’intelligence, a celebrità varie.
I 307 reporter dell’International Consortium of Investigative Journalists – si legge su Ansa - impegnati per mesi a spulciare le carte, allargano la cerchia dei sospetti a personaggi dei Paesi di appartenenza: e così l’Espresso evoca Montezemolo, l’imprenditore Giuseppe Donaldo Nicosia, latitante e coinvolto in un’inchiesta per truffa con Marcello dell’Utri, oltre a Ubi e Unicredit; mentre Haaretz cita ad esempio alcuni dei più ricchi e influenti uomini d’affari di Israele. Nei documenti anche società che sarebbero riconducibili a 33 sigle o individui inseriti nella lista nera degli Usa, per connessioni con i signori della droga messicani, con organizzazioni definite terroristiche come gli Hezbollah sciiti libanesi e con Stati come Corea del Nord o Iran. Nella lunga lista di nomi coinvolti nello scandalo dei paradisi off-shore rivelato dai ‘Panama Papers’ ci sono parenti e persone vicine al presidente siriano Bashar Al Assad, ma anche il defunto Muammar Gheddafi e l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. Lo riporta la Bbc. L’elenco continua ad allungarsi di ora in ora e spazia dalla politica, allo spettacolo, allo sport. Tra gli altri ci sono i nomi del presidente dell’Argentina Mauricio Macri, di parenti del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, si legge su Ansa.
Le rivelazioni – riporta l’agenzia di stampa italiana - sono contenute in milioni di documenti (denominati Panama Papers) fatti trapelare da uno studio legale non molto noto, Mossack Fonseca, ma con sedi a Miami, Hong Kong, Zurigo e 35 altre località. Documenti passati al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung e da questo condivisi poi con un pool di reporter investigativi di vari media internazionali fra cui i britannici Guardian e Bbc. Per l’Italia l’esclusiva è de L’Espresso.
Il Guardian si concentra in apertura della sua edizione online solo su Putin, che viene ritenuto coinvolto indirettamente attraverso la figura di Sergei Roldugin: un musicista, indicati fra i migliori amici del presidente russo e padrino di una delle sue figlie, che sarebbe il terminale almeno nominale di uno spostamento di due miliardi di dollari partiti da Bank Rossya, un istituto di credito guidato da Yuri Kovalciuk, che gli Usa sostengono essere una sorta di banchiere del Cremlino, indirizzati verso Cipro e il paradiso off-shore delle Isole Vergini Britanniche.
E ora che succede? - Le autorità fiscali e governative di vari Paesi — dalla Gran Bretagna alla Francia, dalla Norvegia all’Australia — hanno avviato - si legge sul sito del Corriere - le procedure per acquisire ufficialmente i "Panama papers" e far partire indagini fiscali. Il governo italiano non ha ancora ufficialmente avviato procedure simili. Il primo ministro islandese, Sigmundur Gunnlaugsson, nominato nelle carte, dovrà affrontare l’opposizione che, in Parlamento, potrebbe costringerlo a indire elezioni anticipate.

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